Gli esperti lo chiamano «modello Nike». E’ la scelta fatta dal celebre marchio sportivo di chiudere tutti i suoi negozi, negli Stati Uniti e in Europa, per puntare solo sulle vendite on line.
L’emergenza Covid sta provocando un effetto Nike in tante città, soprattutto in quelle che vivevano sui turisti stranieri. E diversi marchi, di alto e medio livello, stanno meditando se chiudere i punti vendita nei luoghi più colpiti dal lockdown, le città d’arte nelle quali il commercio era accessorio del turismo. Inutile elencare nomi, solo per citare il caso di Siena da marzo a ottobre diverse griffe dell’abbigliamento e del cibo hanno chiuso le saracinesche per non riaprirle. E altri stanno meditando su cosa fare.
Stando alle statistiche, a soffrire di più sarebbero le attività di gamma media, quelle dalle spalle non grosse e senza una struttura internazionale.
Per esempio, molte attività delle grandi città, sono dipendenti in maniera totale da un turismo da shopping.
Per queste realtà, l’unico modo per poter vendere a chi è costretto a stare a casa e non può viaggiare, è attraverso il commercio elettronico.
Per restare bravi e non chiudere i negozi bisogna inventarsi un’identità. E spingere i clienti a comprare online i nostri prodotti e la “nostra storia”.
Il Made in Italy verrà così riscoperto in una nuova chiave digitalizzata, che prima vendeva on land e ora vende on line.
Accademia eCommerce 2019-2022 | All right reserved ® | P.I. 11499131008
Navigando nelle pagine di questo sito web acconsenti all'utilizzo dei cookies da parte di GAPP S.r.l.